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Categoria: Animali

Salviamo le farfalle: al via il progetto di citizen science

La campagna “Salviamo le farfalle” di Friend of the Earth è un censimento globale delle farfalle: mandiamo le nostre foto!

La varietà degli animali e delle piante, degli habitat e la loro interazione costituiscono la base della vita nella nostra società. Purtroppo, come sappiamo, la biodiversità oggi è sempre più sotto pressione. Ma noi cosa possiamo fare?

Friend of the Earth, organizzazione per la certificazione internazionale per l’agricoltura e l’allevamento sostenibili, ha lanciato la grande campagna “Salviamo le Farfalle”. È un progetto di censimento globale delle farfalle per promuovere la loro conservazione attraverso il contributo di tutti. Ecco come:

Salviamo le farfalle: la campagna di Friend of the Earth

Scatta una foto ravvicinata della farfalla, evitando di disturbarla, e inviala tramite WhatsApp +39 3512522520, oppure tramite mail a communications@friendoftheearth.org, insieme alle tue coordinate di posizione. Friend of the Earth ti farà conoscere il nome della specie e le informazioni verranno archiviate su una mappa interattiva.

Le informazioni aiuteranno a produrre statistiche per implementare le migliori misure di conservazione.

Ogni mese Friend of the Earth premierà colui che avrà inviato il maggior numero di fotografie.

Farfalle: sentinelle dell’ambiente

Preziosi e principali impollinatori, le farfalle, insieme alle api, sono insetti che rivestono un’importanza fondamentale per mantenere l’equilibrio degli ecosistemi naturali. Purtroppo la sopravvivenza di queste splendide creature è oggi fortemente minacciata. 

Le farfalle sono importanti indicatori della salute dell’ambiente: sono molto sensibili alle conseguenze dei cambiamenti climatici (specialmente per quanto riguarda i periodi di fioritura delle piante e di conseguenza la disponibilità di nettare), e risentono dell’uso dei pesticidi in agricoltura. 

Soprattutto le specie rare e specializzate soffrono per la continua perdita del loro habitat. D’altra parte, stanno avanzando le specie generaliste e quelle che traggono vantaggi dal clima che cambia.

Il rischio di estinzione

Le farfalle e le falene sono un gruppo molto diversificato di insetti appartenenti all’ordine dei Lepidotteri e comprendono oltre 250.000 specie. 

Conosciamo lo stato di appena l’1% di tutte queste specie, ma la maggior parte di esse è in costante rischio di estinzione. Tra le diverse cause, la sottrazione ed il degrado degli habitat naturali, l’uso di pesticidi, il cambiamento climatico. 

Un recente studio dimostra che le popolazioni di farfalle si sono dimezzate solo negli ultimi 10 anni. In 20 anni, la popolazione della farfalla Monarca negli Stati Uniti occidentale è diminuita addirittura del 99,4%.

Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), l‘Italia è il Paese europeo che annovera la maggiore varietà di farfalle, circa il 60% sul totale delle specie presenti nel continente. Alcune specie, come in Sardegna e nel parco nazionale Arcipelago Toscano, sono endemiche, ossia vivono esclusivamente in un certo territorio.

Il progetto di ripopolamento

Friend of the Earth, promuovendo prodotti da agricoltura sostenibile, contribuisce a proteggere gli habitat critici delle farfalle. Inoltre, con la collaborazione scientifica dell‘Associazione Polyxena, ha avviato il progetto di ripopolamento di specie in pericolo “Salviamo le farfalle d’Italia”, con la finalità di proteggere alcune specie di farfalle vulnerabili tramite la loro riproduzione ex-situ in modo da favorirne le possibilità di sopravvivenza e la reintroduzione in natura in aree adatte alle loro esigenze. 

Le specie sono ospitate presso Farfalia, la Casa delle Farfalle situata all‘interno del giardino botanico “Lama degli ulivi” a Monopoli (Bari). 

Qui si svolge l‘intero ciclo, dal deposito delle uova sulle piante al primo battito delle ali e al conseguente rilascio in natura. Ad oggi, sono state ospitate circa 27 specie diverse di farfalle, a differenti stadi di sviluppo, tra cui Zerynthia cassandra, Melanargia arge, Hipparchia sborodonii e Charaxes jasius.

Vivere sotto la neve

La coltre di neve che d’inverno copre il paesaggio ha funzioni molto importanti.
Sui monti forma delle vere e proprie riserve di acqua che a primavera sarà restituita alla pianura gradatamente.
Se l’inverno è abbastanza freddo, la neve può accumularsi e trasformarsi in ghiaccio formando veri e propri ghiacciai

Durante l’inverno, ricoprendo i campi coltivati, il manto nevoso protegge dal gelo i germogli che altrimenti verrebbero distrutti.

Alle alte latitudini riescono a vivere sotto la neve anche piccoli animali.

La neve, infatti, è una cattiva conduttrice di calore, ovvero un eccellente isolante, soprattutto perché contiene molta aria. Uno strato di qualche decina di centimetri, anche se può avere in superficie una temperatura di 8 o 10 gradi sotto zero, a contatto del terreno mantiene una temperatura vicina a zero gradi.

La temperatura del suolo al di sotto della neve scende raramente sotto i -6°C anche in Siberia o in Alaska, dove le temperature si abbassano fino a -50°C.

Una moltitudine di piccoli roditori trova così sotto la neve condizioni buone per passare l’inverno. Costruiscono nidi e gallerie e vivono di radici, di vegetazione sepolta o di semi immagazzinati. È un oscuro mondo silenzioso che vive sotto la neve, e i suoi abitanti si trovano così protetti anche da molti abituali nemici.

Ma a volte devono costruire dei condotti di ventilazione per l’accumularsi di anidride carbonica e possono venire catturati, allo sbocco di questi canali, da gufi di passaggio…

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Questo argomento viene trattato nella sezione sulle precipitazioni; viene descritta la formazione dei fiocchi di neve, si spiegano i vantaggi e gli svantaggi della neve, con collegamenti alla vita nei candidi ambienti innevati.  

*  I link qui non sono attivi, sono un esempio dei link presenti nell’e-book.

Adattarsi all’ambiente terrestre

Le piante e gli animali che vivono sulle terre emerse, fuori dall’acqua, sono esposti all’aria e al sole e sono soggetti ad una continua perdita di acqua per evaporazione. Hanno perciò degli speciali adattamenti per evitare il rischio di disidratazione.

Ad esempio, il rivestimento esterno di molti organismi terrestri, come le piante o gli artropodi (insetti, ragni e altri), è quasi impermeabile all’acqua.

Le superfici attraverso cui avvengono gli scambi gassosi, come le trachee degli insetti o i polmoni, si trovano in una posizione ben protetta all’interno del corpo. In questo modo viene ridotta l’evaporazione dell’acqua, e queste superfici possono  restare sempre umide.

Nelle piante gli scambi gassosi (e quindi anche del vapore acqueo) sono limitati a piccole aperture, dette stomi, poste di solito sulla parte inferiore delle foglie.

Gli organismi che vivono nei deserti e in altri ambienti aridi presentano ulteriori adattamenti per proteggersi dalla disidratazione.

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Questo argomento viene linkato da una pagina che tratta del passaggio evolutivo dalla vita nell’acqua alla vita nell’ambiente terrestre, con l’esempio dei primi anfibi.

Gli organismi che abbandonarono l’ambiente acquatico dovettero affrontare le particolari condizioni dell’ambiente terrestre e in particolare la scarsità di acqua, sviluppando organi ed apparati adatti.

*  I link qui non sono attivi, sono un esempio dei link presenti nell’e-book.

Conosciamo meglio Sid, l’amico bradipo dell’Era Glaciale!

Siamo andati a vedere l’Era Glaciale 5 – In rotta di collisione… e i bambini, anche questa volta, mi hanno chiesto qualcosa in più su Sid, il goffo e simpatico personaggio. E mi dicono che il bradipo è un divertentissimo personaggio anche del film Zootropolis.

Bradipo

Sappiamo tutti che il bradipo è simbolo di pigrizia. Del resto, il vero bradipo non è affatto un buon camminatore come Sid.

Più lento di una lumaca

Si calcola che un bradipo sul terreno non superi i 180-240 centimetri al minuto, cioè in media 130 metri all’ora!
Per fare un confronto, l’uomo normalmente cammina a una velocità di 3-5 km all’ora. Una lumaca raggiunge la velocità di 12 metri all’ora… strisciando su una liscia lastra di vetro. In proporzione alla lunghezza, possiamo dire che il bradipo è più lento di una lumaca!
La velocità del bradipo migliora un po’ se misurata tra i rami degli alberi, nel suo ambiente ideale: raggiunge i 2,2 km all’ora.

Il nome “bradipo” dal greco significa “piede lento”, mentre le popolazioni del posto lo soprannominano “pigrizia”.

Un gran dormiglione!

I bradipi dormono circa 19 ore al giorno… e i maschi vivono tutta la vita su un unico albero! Le femmine si spostano un po’ di più. Non bevono mai, ma si nutrono di frutta, verdura e foglie che in genere trovano in abbondanza (sul proprio albero!).

La vita sociale

La vita sociale non è proprio esaltante: una volta in settimana gli capita di incontrarsi con i vicini quando vanno al… gabinetto comune!
Per la maggior parte del tempo i bradipi restano a penzoloni con la schiena all’ingiù, tenendosi con i forti unghioni ricurvi. Quando si spostano muovono un solo arto alla volta… non esageriamo! Però, se molestato, un bradipo didattilo può reagire con rapidità e infierire con i suoi forti unghioni o mordere.

Una pelliccia con le alghe…

Il loro corpo è ben mimetizzato nel folto della foresta, sembra un ciuffo di liane o di piante parassite: ha una colorazione bruna e verdiccia dovuta alle alghe che vivono all’interno dei peli! Ogni pelo infatti è scanalato e nella concavità vive una microscopica alga.

Qualche altra curiosità

La sua testa può ruotare di 270°, come i gufi, poiché ha due vertebre in più all’altezza del collo.
A causa del suo modo particolare di vivere, rispetto agli altri mammiferi ha un cuore più piccolo e uno stomaco più grande, e i movimenti del tubo digerente sono molto lenti.
Un’altra differenza rispetto agli altri mammiferi è che i peli del corpo crescono al contrario, dal ventre verso il dorso, proprio perché mantiene quasi sempre una posizione all’ingiù.

Il bradipo non è parente delle scimmie, ma appartiene all’ordine degli Xenatri che comprende anche il formichiere e l’armadillo.

Si conoscono 5 specie di bradipi che vivono nella foresta tropicale dell’America centrale e meridionale. I più famosi sono il bradipo tridattilo (cioè dalle tre dita, quindi con tre forti unghioni), chiamato anche Ai-Ai e il bradipo didattilo (cioè dalle due dita), chiamato anche Unau.

Non sono molto grandi, ecco le dimensioni:
Bradipo tridattilo (Bradypus tridactylus): corpo lungo 50-60 cm, coda lunga da 6,5 a 7 cm.
Bradipo didattico (Cheloepus didactylus): corpo lungo 60-64 cm, coda assente o appena abbozzata.

Allora vi piace questo animale? Lo invidiate un po’ per la sua vita o lo trovate pigro in modo esasperante?

Potete vedere questo bel filmato, dove si vede anche un cucciolo: MISSIONE NATURA 24/07/2011 – L’incontro con il bradipo

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