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Vivere nell’acqua: e se cambia la temperatura?

Pensiamo ad esempio al mare o all’oceano: sappiamo tutti che la temperatura dell’ambiente acquatico è in genere molto stabile. Questo accade perché il calore specifico* dell’acqua è circa 4 volte più alto rispetto a quello dell’aria. Perciò gli organismi acquatici non devono affrontare variazioni brusche ed estreme di temperatura.

Allora meglio eterotermi o omeotermi?

I delfini: mammiferi omeotermi

Quasi tutte le creature degli ambienti acquatici sono eteroterme, cioè modificano la temperatura del loro corpo in base a quella dell’ambiente; in questo modo ottengono un notevole risparmio di energia. Un aspetto molto importante questo! perché in acqua di ossigeno, indispensabile per la produzione di energia, non ce n’è molto.

Mentre i Pesci sono eterotermi, i Mammiferi acquatici, come le balene e i delfini, respirano direttamente l’aria atmosferica e possono “permettersi”, a livello energetico, temperature corporee elevate; infatti i Mammiferi acquatici sono omeotermi, hanno cioè una propria temperatura del corpo indipendente da quella dell’ambiente esterno.

Come varia la temperatura con la profondità?

Nei mari e negli oceani la temperatura dell’acqua si abbassa gradualmente, man mano che si scende in profondità, fino a raggiungere un valore costante al di sotto del quale non varia più. Questo valore, nell’oceano, è raggiunto a circa 2500 metri di profondità ed è pari a 2,5°C.
Nel Mar Mediterraneo, invece, lo strato di temperatura costante è raggiunto a circa 400 metri dalla superficie ed ha un valore di circa 13°C. Quindi gli animali che vivono al di sotto di 400 metri non sentono il ritmo stagionale, perché la temperatura resta costante sia d’estate che d’inverno.

E se la temperatura cambia che cosa succede?

Gli animali acquatici eterotermi, non avendo mezzi per regolare la temperatura del proprio corpo, sono molto sensibili ai cambiamenti di temperatura.
Alcune specie, come il tonno, si spostano con il variare della temperatura; altre, come quelle che vivono presso le coste dei mari temperati, sentono il “cambio di stagione”: crescono rapidamente nel periodo estivo e rallentano le loro funzioni vitali nel periodo invernale.

Ed ora con il riscaldamento globale?

Si stanno espandendo le specie “amanti del caldo”, dette termofile; si segnala anche l’invasione di specie aliene tropicali… non sono alieni provenienti dallo spazio, ma specie viventi che stanno colonizzando ambienti nuovi.

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Questo argomento è tratto da una pagina del libro “Pianeta Acqua” che riguarda gli adattamenti degli animali all’ambiente acquatico

Vivere nell’acqua: anche la forma è importante

La densità dell’acqua è circa 800 volte maggiore di quella dell’aria: ciò fa sì che molti organismi acquatici possano usufruire di un “sostegno” da parte dell’acqua, una vera propria spinta al galleggiamento.

D’altra parte, la densità dell’acqua offre una grande resistenza al movimento: è quella che si prova, ad esempio, quando si cammina con i piedi immersi nell’acqua lungo la spiaggia.

Molti organismi acquatici perciò hanno una forma idrodinamica, affusolata o appiattita, per ridurre al minimo la resistenza dell’acqua e muoversi senza eccessivo sforzo.

I pesci buoni nuotatori hanno la testa appuntita, le masse muscolari spostate in avanti rispetto al centro del corpo, l’estremità verso la coda ristretta, la coda ben pronunciata e spesso molto grande. Con movimenti serpentini spostano l’acqua con il capo; l’acqua poi scorre lungo il corpo fino alla coda, senza turbolenza.

Le varie forme delle diverse specie di pesci dipendono comunque dai loro diversi modi di vita. Ad esempio, la razza, che esplora i fondali, ha una forma molto appiattita.

 

Il pesce farfalla, che si muove con agilità tra le scogliere coralline, ha un corpo piatto che permette movimenti piccoli e molto precisi.

 

 

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Questo argomento viene linkato da una pagina che tratta degli adattamenti degli animali all’ambiente acquatico. In particolare, considerando come fattore caratteristico la densità dell’acqua, si parla di… spinta idrostatica, scheletri, plancton, vesciche natatorie…

L’infanzia… delle zanzare

Zanzara – Culex pipiens

Le larve della zanzara vivono nelle raccolte d’acqua dolce, cibandosi di piccoli invertebrati e di particelle vegetali e animali. Per la maggior parte del tempo esse rimangono immediatamente al di sotto della superficie, respirando aria atmosferica attraverso un sottile tubicino, il sifone. In caso di pericolo, la larva fugge velocemente verso il fondo del lago, con movimenti serpeggianti.

Guarda un bel video YouTube sullo sviluppo di una zanzara!

Sempre in prossimità delle superficie, le larve mature si trasformano in pupe e, dopo pochi giorni, si compie la metamorfosi, cioè la trasformazione dell’insetto adulto che ben conosciamo.

 

Un terribile predatore

Ditisco – Dytiscus marginalis

I ditischi sono dei Coleotteri predatori che vivono nelle raccolte d’acqua dolce. Grazie alla solida corazza e alle forti e affilate mandibole, sono in grado di catturare e divorare vittime anche più grandi di loro. Un paio di ditischi possono catturare perfino una rana o un tritone di discrete dimensioni!

La forma idrodinamica del corpo permette all’insetto di fendere l’acqua come uno scafo e di muoversi velocemente sia per aggredire la preda, sia per sfuggire ai pericoli.

Le zampe posteriori, fornite di peli, funzionano da “remi” per il movimento. Le zampe anteriori, molto corte, servono a trattenere la preda e, nel maschio, sono munite di due dischi adesivi che servono a trattenere la femmina durante l’accoppiamento.

Il ditisco, per respirare, ha bisogno dell’ossigeno atmosferico; per questo di tanto in tanto emerge dall’acqua con la parte posteriore del corpo e fa provvista di aria assumendola da piccole aperture dell’addome (stimi).

Sotto la robusta corazza delle elitre si nascondono delle validissime ali, capaci di sostenere in volo il pesante Coleottero che talvolta si concede qualche escursione notturna.

Piccoli architetti

I tricotteri sono insetti, che, allo stato adulto, assomigliano alle farfalle. Le femmine depongono le uova nell’acqua, da cui escono le larve fornite di tracheo-branchie per respirare sotto acqua.
Le larve si costruiscono dei curiosi astucci, ricoprendosi con minuscoli frammenti dei materiali più disparati che trovano nell’ambiente, come frammenti vegetali, granelli di sabbia, sassolini, piccole conchiglie ecc. Ogni specie di Tricottero utilizza un certo tipo di materiale seguendo un determinato modello.
Le larve dei Tricotteri si trascinano dietro l’astuccio cui sono saldamente ancorate tramite degli uncini posteriori, lasciando sporgere soltanto la testa e il torace con le sei zampe.

Guardate ad esempio questo tricottero: non è incredibile?

https://youtu.be/GsKCqtTSfVY?list=PLzWmKHWG12j1jnYiKktExNnamIXOAFeKM

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