10 semplici consigli per risparmiare l’acqua di casa!
Il 22 marzo è la Giornata mondiale dell’acqua: dal 1993, ogni anno si celebra il World Water Day.
L’acqua è la risorsa più importante della terra, fonte di vita per ogni essere vivente. Viene chiamata l’oro blu, perché ormai è diventata una risorsa più preziosa dell’oro!
I grandi laghi prealpini italiani, come il Lago Maggiore, di Como, d’Iseo, di Garda, occupano le profonde valli scavate dai fiumi circa 5 milioni di anni fa. A quell’epoca il Mar Mediterraneo aveva un livello di ben 2 km inferiore a quello attuale!
Milioni di anni dopo, durante le glaciazioni, queste valli sono state rimodellate e ampliate dalle immense lingue di ghiaccio. L’ultimo periodo glaciale si è concluso circa 13.000 anni fa. Presso la fronte dei ghiacciai si depositarono grandi accumuli di materiali, che oggi formano le colline moreniche.
Quali tracce ci restano di questi incredibili cambiamenti?
Partiamo da Nord, dalla località di Vezzano, dove troviamo il Parco glaciale “Stoppani”. Nella zona sono evidenti le tracce delle azioni dei ghiacciai, che qui raggiungevano ben 900 metri di altezza! Qui si incontrano rocce lisciate, montonate, striate, depositi morenici e, soprattutto, i sorprendenti pozzi glaciali. Il ghiacciaio subiva in questa zona delle profonde spaccature dove si incanalavano verticalmente le acque di scioglimento superficiale del ghiaccio; il pozzo più profondo supera i 12 metri.
Le Marocche di Dro
Spostiamoci più a sud. Quando il ghiacciaio iniziò a ritirarsi, diminuì la forte pressione sui versanti, che cominciarono a franare. Le Marocche di Dro rappresentano la più grande frana glaciale di tutte le Alpi. Impresse su alcuni massi, tornati alla luce in seguito alla frana, ci sono delle orme di dinosauri risalenti a circa 190 milioni di anni fa; nel 2007 sono state scoperte altre impronte sul Monte Angione soprastante.
Le Marmitte dei Giganti
Avviciniamoci al Lago di Garda. Sulla strada tra Nago e Torbole troviamo le indicazioni per le Marmitte dei Giganti. Si tratta di grandi cavità cilindriche o coniche che sono state levigate dalle acque che fondevano sotto i ghiacci.
In questo viaggio nel tempo ci siamo occupati delle glaciazioni a Nord dell’attuale Lago di Garda, ma abbiamo tralasciato altri episodi, come mari e lagune tropicali, sulle cui rive passeggiavano i dinosauri… il sollevamento di fondali marini… faglie e terremoti… Ma questa è un’altra storia.
Pensiamo ad esempio al mare o all’oceano: sappiamo tutti che la temperatura dell’ambiente acquatico è in genere molto stabile. Questo accade perché il calore specifico* dell’acqua è circa 4 volte più alto rispetto a quello dell’aria. Perciò gli organismi acquatici non devono affrontare variazioni brusche ed estreme di temperatura.
Allora meglio eterotermi o omeotermi?
Quasi tutte le creature degli ambienti acquatici sono eteroterme, cioè modificano la temperatura del loro corpo in base a quella dell’ambiente; in questo modo ottengono un notevole risparmio di energia. Un aspetto molto importante questo! perché in acqua di ossigeno, indispensabile per la produzione di energia, non ce n’è molto.
Mentre i Pesci sono eterotermi, i Mammiferi acquatici, come le balene e i delfini, respirano direttamente l’aria atmosferica e possono “permettersi”, a livello energetico, temperature corporee elevate; infatti i Mammiferi acquatici sono omeotermi, hanno cioè una propria temperatura del corpo indipendente da quella dell’ambiente esterno.
Come varia la temperatura con la profondità?
Nei mari e negli oceani la temperatura dell’acqua si abbassa gradualmente, man mano che si scende in profondità, fino a raggiungere un valore costante al di sotto del quale non varia più. Questo valore, nell’oceano, è raggiunto a circa 2500 metri di profondità ed è pari a 2,5°C. Nel Mar Mediterraneo, invece, lo strato di temperatura costante è raggiunto a circa 400 metri dalla superficie ed ha un valore di circa 13°C. Quindi gli animali che vivono al di sotto di 400 metri non sentono il ritmo stagionale, perché la temperatura resta costante sia d’estate che d’inverno.
E se la temperatura cambia che cosa succede?
Gli animali acquatici eterotermi, non avendo mezzi per regolare la temperatura del proprio corpo, sono molto sensibili ai cambiamenti di temperatura. Alcune specie, come il tonno, si spostano con il variare della temperatura; altre, come quelle che vivono presso le coste dei mari temperati, sentono il “cambio di stagione”: crescono rapidamente nel periodo estivo e rallentano le loro funzioni vitali nel periodo invernale.
Ed ora con il riscaldamento globale?
Si stanno espandendo le specie “amanti del caldo”, dette termofile; si segnala anche l’invasione di specie aliene tropicali… non sono alieni provenienti dallo spazio, ma specie viventi che stanno colonizzando ambienti nuovi.
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Questo argomento è tratto da una pagina del libro “Pianeta Acqua” che riguarda gli adattamenti degli animali all’ambiente acquatico.
La quantità di precipitazioni dipende da molti fattori ed è molto variabile da un territorio all’altro. Vediamo alcuni esempi.
1. L’AMAZZONIA: zona equatoriale umida
2. LE ANTILLE: le coste dei venti alisei
3. IL SAHARA: i deserti tropicali
4. LA MONGOLIA: i deserti delle medie latitudini
5. IL CILE: i deserti delle coste occidentali
6. LA GRAN BRETAGNA: le coste occidentali delle medie latitudini
LA MONGOLIA: I DESERTI DELLE MEDIE LATITUDINI
Nelle zone interne dell’Asia e del Nord America, vi sono i grandi deserti continentali delle medie latitudini e ampie praterie semiaride, le steppe. Le precipitazioni in un anno oscillano tra meno di 100 mm nelle aree più aride e 500 mm nelle steppe un po’ più umide.
Perché in queste zone c’è tanta aridità? Il motivo deriva dalla grande distanza dalle sorgenti di umidità, cioè dagli oceani.
Nell’Asia centrale le grandi catene montuose dell’Asia meridionale, ad esempio l’Himalaya, impediscono l’arrivo dell’aria umida proveniente dall’Oceano Indiano: l’aria, infatti, risale lungo il versante meridionale, si raffredda e condensa, dando luogo ad abbondanti precipitazioni.
Quando poi le masse d’aria scendono sul versante settentrionale, hanno ormai perso gran parte della loro umidità; inoltre, scendendo si riscaldano e si asciugano maggiormente.
Così, mentre sul versante indiano della catena himalayana le precipitazioni raggiungono valori elevatissimi (una media di 12.000 mm annui a Cherrapungi), sul versante sottovento si trova il deserto dei Gobi.
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Nell’e-book vengono trattati tutti e sei gli esempi. L’argomento viene linkato da una pagina che tratta delle precipitazioni atmosferiche; in particolare viene spiegata la circolazione generale dell’atmosfera, e da come viene regolata dalle variazioni di temperatura, pressione, umidità. Influiscono però anche la posizione e le caratteristiche di un territorio.
* I link qui non sono attivi, sono un esempio dei link presenti nell’e-book.
La densità dell’acqua è circa 800 volte maggiore di quella dell’aria: ciò fa sì che molti organismi acquatici possano usufruire di un “sostegno” da parte dell’acqua, una vera propria spinta al galleggiamento.
D’altra parte, la densità dell’acqua offre una grande resistenza al movimento: è quella che si prova, ad esempio, quando si cammina con i piedi immersi nell’acqua lungo la spiaggia.
Molti organismi acquatici perciò hanno una forma idrodinamica, affusolata o appiattita, per ridurre al minimo la resistenza dell’acqua e muoversi senza eccessivo sforzo.
I pesci buoni nuotatori hanno la testa appuntita, le masse muscolari spostate in avanti rispetto al centro del corpo, l’estremità verso la coda ristretta, la coda ben pronunciata e spesso molto grande. Con movimenti serpentini spostano l’acqua con il capo; l’acqua poi scorre lungo il corpo fino alla coda, senza turbolenza.
Le varie forme delle diverse specie di pesci dipendono comunque dai loro diversi modi di vita. Ad esempio, la razza, che esplora i fondali, ha una forma molto appiattita.
Il pesce farfalla, che si muove con agilità tra le scogliere coralline, ha un corpo piatto che permette movimenti piccoli e molto precisi.
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Questo argomento viene linkato da una pagina che tratta degli adattamenti degli animali all’ambiente acquatico. In particolare, considerando come fattore caratteristico la densità dell’acqua, si parla di… spinta idrostatica, scheletri, plancton, vesciche natatorie…